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Obbligazione subordinata: ecco cosa c’è da sapere

obbligazione subordinata

Navigando sui tanti siti internet che parlando di finanza si può leggere che gli investimenti in obbligazioni vengono considerati tra i più sicuri. In linea di massima qursto è sicuramente vero, però bisogna precisare che ci sono obbligazioni e obbligazioni: i recenti scandali che hanno coinvolto MPS e Carige hanno portato alla ribalta uno strumento che tanto sicuro non si è rivelato. Stiamo parlando dell’obbligazione subordinata: vediamo di cosa si tratta e scopriamo tutto quello che c’è da sapere in merito.

Cosa sono le obbligazioni suboridnate

L’obbligazione subordinata (o obbligazione junior) è un titolo di debito proprio come l’obbligazione ordinaria (obbligazione senior), ma se ne distingue perché presenta degli elementi di rischio maggiori. Questa differenza si può notare maggiormente in caso di fallimento dell’azienda che ha emesso il titolo: quando è il momento di pagare i creditori vengono prima pagati i possessori di obbligazioni ordinarie, poi, se c’è ancora denaro, si pagano i titolari di obbligazioni subordinata e i titolari di azioni (vederemo in seguito con quale ordine). In altre parole: se dopo aver rimborsato gli obbligazionisti ordinari non rimane più denaro, chi possiede le obbligazioni subordinate non vede una lira. Ripetiamo, si tratta di uno scenario che si presenta solo in caso di fallimento dell’emittente: se questo non succede le obbligazioni subordinate prevedono il rimborso alla scadenza e una remunerazione anche più elevata rispetto ai bond ordinari.

Le varie tipologie di obbligazione subordinata

Il rischio legato all’investimento dipende anche dal tipo di obbligazione subordinata:

  • TIER I – in caso di fallimento della società emittente le obbligazioni subordinate vengono rimborsate dopo gli obbligazionisti ordinari e dopo gli azionisti; si tratta quindi del bond più rischioso; inoltre la cedola può essere cancellata se si verificano determinate situazioni (ad esempio quando l’emittente non può pagare i dividendi); a volte vengono emesse senza una scadenza definita e con l’opzione call (l’emittente può decidere di fare un rimborso anticipato se i tassi di interesse diventano troppo convenienti per l’investitore in relazione alla media di mercato)
  • UPPER TIER II – in caso di insolvenza non cambia nulla rispetto alla tipologia precedente, ma quando si verifica una situazione di crisi aziendale le cedole vengono sospese, e non cancellate; il loro pagamento riprenderà non appena l’impresa tornerà a realizzare un utile; di solito hanno una durata di 10 anni,
  • LOWER TIER II – sono strumenti ancor meno rischiosi perché la sospensione del pagamento delle cedole ci può essere solo in caso di grave insolvenza; di solito hanno una durata di 5 o 10 anni; in caso di fallimento dell’impresa vengono rimborsate prima delle UPPER Tier II e delle TIER I
  • TIER III – sono le obbligazioni subordinate meno rischiose; hanno una durata minore (dai 2 ai 4 anni) e il loro rimborso avviene sempre e prima delle altre obbligazioni.

Come al solito, al diminuire del grado di rischio diminuisce anche il tasso di interesse: questo significa che le TIER I sono le più rischiose, ma anche quelle più remunerative, mentre le TIER III sono le meno rischiose e offrono un tasso di interesse più basso.