Nel 2011, uno degli anni più tragici della crisi economica, il colosso bancario cinese ICBC decise di aprire la sua prima succursale in Spagna. Un segnale di fiducia verso l’economia iberica che in quel periodo non se la passava per niente bene: il dissesto finanziario e la disoccupazione dilagante la ridussero ai minimi termini.
Nell’anno appena trascorso, un’indagine della Guardia di Finanza ha scoperto e smantellato una rete di riciclaggio di denaro che risalirebbe proprio alla banca cinese.
Sono stati arrestati 6 manager, tra cui il direttore dell’ICBC di Madrid e il vice-presidente europeo dell’istituto, tutti di origini cinesi.
I loro principali capi d’accusa sono contrabbando, frode e sfruttamento.
Ad allarmare le autorità spagnole è stata l’importante quantità di soldi contanti che finivano sui conti dell’ICBC prima di essere inviati in Cina.
La somma di denaro proveniente dalla comunità cinese, mai dichiarata allo Stato spagnolo, è di circa 400 milioni di euro.
A questo punto ci si chiede quali saranno le conseguenze sulle relazioni economiche tra Spagna e Cina?
La vicenda si è trasformata in un caso diplomatico: la Cina è il sesto partner commerciale della Spagna, per cui i ministri degli esteri dei Paesi in questione si sono riuniti con i rispettivi ambasciatori per trovare una soluzione equa per entrambi le parti.
Intanto, il governo cinese ha chiesto la protezione consolare per i dirigenti implicati: tre di loro sono usciti su cauzione, per gli altri tre è stata disposta la custodia cautelare.