Il bonus pubblicità è un’agevolazione fiscale, promossa dallo Stato ed erogata come credito d’imposta, in modo da contrastare la crisi delle imprese editoriali. Ma cosa prevedeva quello del 2019?
Che cos’è il bonus pubblicità
In generale, il credito d’imposta bonus pubblicità, spetta per due tipi d’investimento: quello pubblicitario per incrementare la stampa quotidiana e periodica, inclusa quella telematica, e per incrementare pubblicità su emittenti televisive e radiofoniche, che siano analogiche o digitali. Le spese sostenute da questo bonus, comprendono i costi di intermediazioni, le spese accessorie e gli acquisti di spazi pubblicitari.
Possono usufruire di questo credito d’imposta, a prescindere dalla natura giuridica, le imprese, i lavoratori autonomi e gli enti non commerciali. Ciò valeva proprio dal 1° gennaio 2019, in cui il valore della pubblicità superano di almeno l’1 % su analoghi investimenti rispetto all’anno precedente. Il bonus è, quindi, pari al 75 % del valore degli investimenti effettuati, e del 90 %, in caso di microimprese, star-up innovative o piccole e medie imprese.
Sono, invece, esclusi dalla possibilità di richiedere questo bonus, chi nell’anno precedente ha richiesto un beneficio e non abbia effettuato investimenti ammissibili in campo pubblicitario, oppure soggetti che hanno iniziato l’attività nell’anno in corso in cui si richiede il beneficio.
Le modifiche del 2019
Dal 1° marzo 2019 al 1° aprile 2019, le imprese e i lavoratori autonomi che volevano beneficiare del bonus pubblicità dovevano fare la domanda in via telematica, quando fosse uscito nel bando della Gazzetta Ufficiale, ma ciò doveva avvenire dopo la “stabilizzazione” della misura.
Le novità del 2019 riguardavano di più l’aspetto pratico-operativo, ovvero proprio al periodo di presentazione delle domande, che l’anno precedente, si svolgeva nel mese di marzo, e le domande erano disciplinato sempre nel DPCM 90 del 2018, e tale domanda si presentava sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Il regime temporale, quindi, era del tutto eccezionale.
Il fisco
Ovviamente, chi usufruisce di tale bonus deve inserire il codice tributo di riferimento nel modello F24, ovvero il 6900, che riguarda proprio gli investimenti pubblicitari, così come indicato nell’articolo 57-bis, comma 1, del Decreto-Legge del 24 aprile 2017.
Nel modello per le tasse, il codice tributo deve essere inserito nella sezione “Erario”, tra le imposte dirette, IVA, ritenute alla fonte ed altri tributi ed interessi. Di questa sezione, poi, oltre al codice, nelle rispettive colonne vanno inseriti l’anno di riferimento e gli importi a credito compensati.