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Abbreviare i tempi per la pensione. Si può?

Hai sempre svolto lavori saltuari, ed ora che finalmente mancano pochi anni al traguardo della pensione di vecchiaia vorresti abbreviare i tempi per ricevere quanto prima la quota mensile che ti spetta di diritto. Purtroppo, però, la tua richiesta è stata bocciata.

Vediamo insieme il motivo che si nasconde dietro questo rifiuto.

Per accelerare i tempi di pensionamento, si può scegliere di pagare di tasca propria i cosiddetti contributi volontari. Essi possono essere effettuati da lavorati che cessano o interrompono l’attività lavorativa anzitempo e da quelli che vorrebbero incrementare l’importo pensionistico dopo che tutti i requisiti contributivi siano adeguatamente soddisfatti.

La somma totale varia a seconda del tipo di lavoro svolto: la richiesta va presentata online tramite il sito www.Inps.it.

Per avviare la pratica, però occorre un requisito imprescindibile, ovvero, avere almeno tre anni di contributi versati. In assenza di quest ultimo la tua domanda sarà bocciata.

C’è però una soluzione alternativa: puoi far valere 5 anni di versamenti, cioè 260 settimane, che hai maturato nel corso della tua intera vita lavorativa, anche se non consecutivi o nello stesso luogo.

E’ consigliato, quindi, di presentare una rettifica entro 90 giorni dalla risposta dell’Inps facendoti aiutare dal patronato Uil della tua città.

Ricordiamo, inoltre, che i contributi volontari non possono essere versati dagli iscritti alla gestione separata dell’Inps, cioè quel fondo pensionistico finanziato con i contributi previdenziali obbligatori dei lavoratori assicurati, nato con la Legge 335 del 1995 nota anche come riforma Dini.