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Nessun taglio alle tasse, nessun calo dell’Ires per le imprese

L’economia frena, il deficit aumenta, il taglio delle tasse è stato bloccato.

La crescita è inferiore alle aspettative: 0,7% invece dello 0,9% stimato e annunciato dal governo. Se a questo aggiungiamo il pacchetto sicurezza e cultura del valore di circa 2,6 miliardi stanziati senza coperture, capiamo subito perchè il debito pubblico sia aumentato passando ad un 2,4% invece che al 2,2% previsto.

In pratica se in Italia non ripartono gli investimenti continueremo sempre a trovarci in questa situazione. Le conseguenze sono immediate: nessun taglio dell’Ires per le imprese, ampiamente pubblicizzato da Renzi, che avrebbe dovuto aiutare la crescita del Paese.

Purtroppo i cambiamenti da attuare sono così importanti da non poter esser messi in pratica senza una vasta approvazione, e in questo senso l’Eurozona sembra un po’ esitare.

In effetti si sa, se le riforme strutturali ritardano, dietro ci sono spiegazioni politiche e quasi mai economiche.

Sotto accusa ci sono i conti pubblici e la gestione improvvisata delle emergenze, come il fallimento delle ormai più che note 4 banche del Centro Italia. C’è poi una corsa ai salvataggi senza mezzi e il ritorno dello Stato soccorritore invece che innovatore, che cerca di salvare il salvabile senza grossi risultati.

La Commissione europea non ha mai visto di buon occhio il taglio delle tasse sulla casa e non sul lavoro, e adesso aspetta al varco il povero Padoan che dovrà dare delle spiegazioni in merito.