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La Sharing Economy è in crisi?

Le ultime tesi americane affermano che l’economia che ci permette di condividere il passaggio in auto o la casa per le vacanze sarebbe già in crisi. Ma i numeri ci raccontano un’altra realtà.

Nel nostro Paese, un recente studio segnala ben 186 piattaforme di sharing attive che trattano 13 differenti ambiti, dai trasporti al turismo, dal cibo ai servizi alla persona, dall’arte al cinema. Per avere un quadro chiaro della situazione è bene sapere in cosa consista di preciso la sharing economy e come funzioni.

L’economia del condividere è un’estensione delle regole del mercato a nuovi servizi, è scambiarsi tempo, capacità o proprietà in cambio di denaro.

E’ stato stimato che, nella scorsa estate, i viaggiatori che hanno usato la piattaforma Airbnb sono stati circa 7 milioni, contro i 49.000 di 5 anni fa.

Le polemiche, certo, non sono mancate: gli albergatori si sono scagliati contro gli affitti non regolarizzati degli appartamenti adibiti ad improvvisate case vacanze.

Ciò che si auspica per il 2016, è giungere finalmente ad una regolamentazione del modello che possa diventare un’opportunità per tutti.

Da un punto di vista economico, la sharing economy riesce a salvaguardare le risorse.

Per esempio, se uno stesso veicolo viene utilizzato da più persone, serviranno meno auto, che si usureranno di meno e vivranno di più nel tempo, occuperanno minor spazio per strada e inquineranno di meno.

La sharing economy trasforma prodotti e servizi in esperienze semplici ed accessibili a tutti, per via dei costi ridotti e dei diversi settori proposti: chi afferma che sia in crisi, sottovaluta le potenzialità di una nuova economia in forte crescita.