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Alpitour: il fatturato cresce del 10%

L’allarme terrorismo in Medio Oriente e in Nord Africa e l’eliminazione dell’embargo americano  a Cuba, apparentemente due fenomeni lontani e ben distinti, hanno, invece, un tratto comune: il flusso del turismo mondiale indirizzato verso mete più sicure.

In questo periodo Cuba vive un momento d’oro: non solo si trova nei Caraibi, famosi per le splendide spiagge bianche e le acque cristalline, ma è anche considerata una meta culturale. Molti temono che fra qualche anno si americanizzi troppo, per cui scelgono di visitarla adesso per ammirare il suo particolare fascino esotico.

Ed è qui che Alpitour entra in gioco. La società ha portato a Cuba, nei suoi 40 alberghi e 6 villaggi, 50.000 italiani grazie anche a 5 voli settimanali con la Compagnia Neos, appartenente anche essa al gruppo. All’ascesa di Cuba si contrappone la difficoltà di Turchia, Egitto e Tunisia, messe alla strette dalla minaccia del terrorismo. La caduta di queste mete ha scatenato una serie di reazioni a catena: Spagna e Grecia appartengono alla stessa fascia, che in seguito all’aumento della domanda hanno aumentato i prezzi.

L’Alpitour, quest’anno ha recuperato il terreno perso durante la crisi: il fatturato ammonta a circa 1,2 miliardi di euro, il 10% in più rispetto al 2014, mentre il margine operativo sarà superiore ai 29,5 milioni.

In generale l’Alpitour ha seguito 500 mila turisti come agenzia di viaggi, 1,1 milioni di viaggiatori con la Neos e 2 milioni di persone tramite un’ente spagnolo che organizza tour locali.