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Codice tributo 1991: cos’è, significato e utilizzo

codice tributo 1991

Gli esercenti e i liberi professionisti devono versare nelle casse del Fisco l’Iva a debito: lo possono fare mensilmente o trimestralmente; se non vengono rispettate le scadenze, il contribuente può regolarizzare la propria posizione tramite il ravvedimento operoso. E qui entra in gioco il codice tributo 1991: vediamo qual è il suo significato e quando si utilizza.

Cos’è il codice tributo 1991 e quando si utilizza

I contribuenti che versano l’Iva a debito ogni mese devono farlo entro il giorno sedici del mese successivo a quello di rifermento; quelli che invece vanno il versamento trimestrale devono rispettare queste scadenze: 16 maggio, 16 agosto, 16 novembre e 16 febbraio. Si deve effettuare il pagamento nel caso in cui l’Iva a debito (ovvero quella sulle vendite) sia superiore rispetto a quella a credito (cioè quella sugli acquisti); nel caso in cui l’Iva a credito sia maggiore, l’importo può essere portato a compensazione.

Se non ha rispettato le scadenze, il contribuente ha una possibilità per regolarizzare la sua situazione ed evitare che venga punito con l’applicazione delle sanzioni piene. Questa opportunità è rappresentata dal ravvedimento operoso, che consente al contribuente si sanare il mancato o errato versamento dell’imposta pagando una sanzione ridotta rispetto a quella ordinaria. L’importo della sanzione viene stabilito in base al ritardo con cui si provvede al pagamento. Oltre alla sanzione vanno pagati anche gli interessi, che nel modello di pagamento F24 vengono identificati con il codice tributo 1991.

La compilazione del modello F24

Per il pagamento degli interessi sul ravvedimento operoso relativo al versamento dell’Iva è necessario compilare la Sezione Erario del modello F24. Infatti è proprio in questa sezione che, oltte alle imposte dirette, l’Iva e le ritenute alla fonte, vanno riportati i pagamenti relativi agli interessi. Nella prima colonna si inserisce il codice tributo 1991. La seconda colonna non deve essere compilata. Nella terza colonna invece si deve inserire l’anno di riferimento. La quarta colonna è quella in cui vanno indicati gli importi a debito da pagare. La quinta colonna va lasciata in bianco se non ci sono importi a credito.

Come sempre, in fondo alla tabella c’è la riga Totale in cui sono presenti tre spazi. Nel primo bisogna riportare la somma di tutti gli importi a debito presenti nella Sezione Erario: nel secondo bisogna riportare la somma di tutti gli importi a credito presenti nella Sezione Erario; nel terzo spazio, indicato nel modello come Saldo, va inserita la differenza tra le due somme. Gli spazi relativi al codice ufficio ed al codice ente non devono essere compilati dal contribuente.