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Scheda carburanti 2018: ecco perché l’hanno tolta e le proroghe

fatture elettroniche

Dal 1° luglio del 2018 è scattata l’abolizione della scheda carburante, introducendo l’obbligo di fattura elettronica per l’acquisto di benzina e gasolio. Ma fino a quando è stata prorogata? Che cosa comportava la sua sostituzione?

Le proroghe

La scheda carburante, inizialmente, era di tipo cartaceo, ma nel 2008, ha preso il suo posto la fatturazione elettronica. Tuttavia, chi già ne possedeva una ha potuto usarla fino al dicembre dello stesso anno. Il decreto che stabiliva la sua abolizione, ed anche le sue proroghe, infatti prevedeva anche una proroga al 1° gennaio 2019, per le cessioni di gasolio e benzina negli impianti stradali di distribuzione.

Tuttavia, la fatturazione elettronica divenne sempre dal luglio 2018 obbligatoria non solo per le cessioni di gasolio e benzina, ma anche per le prestazioni dei servizi resi da soggetti subappaltatori e subcontraenti della filiera delle imprese, che nel loro quadro di contratto appaltavano lavori, servizi o forniture all’amministrazione pubblica.

Le nuove regole di fatturazione elettronica

Dal 2018, le nuove regole stabilivano che i titolari di una partita IVA, esclusi forfettari e contribuenti minimi, dovevano abbandonare la scheda carburante ed optare per degli acquisti con fattura elettronica, in modo che il pagamento fosse tracciabile. Tale fattura riguardava anche le cessioni di gasolio e benzina destinati ad essere usati come carburanti per motori.

Questa fattura elettronica doveva essere trasmessa tramite il sistema di interscambio Sdl, nei formati e nelle regole stabilite dal relativo provvedimento, e contenere le informazioni d’obbligo per le fatture. Nel caso di fattura differita, entro il 15 del mese successivo, era ed è necessario riepilogare tutte le operazione, emettendo un’unica fattura. I pagamenti, così facendo, rimanevano e rimangono su strumenti tracciabili, e con la possibilità di detrarre l’IVA e dedurre i costi. Tali strumenti comprendono assegni, bancari, postali o circolari, mezzi di pagamento elettronici, addebito diretto, bonifico bancario o postale, bollettino postale e carte di debito o credito.

A seguito dell’eliminazione della scheda carburante, alcune aziende hanno messo a disposizione dei dipendenti delle carte carburante, ovvero delle carte di debito o credito da usare negli spostamenti di lavoro, e con esse aziende e professionisti possono detrarre l’IVA per l’acquisto di benzina, gas o diesel. Di queste carte se ne possono distinguere tre tipi, ovvero:

  • la monomarca, offerta da un un’unica compagnia di distribuzione, come l’ESSO;
  • la multimarca, che permette di rifornirsi pressi distributori convenzionati con diverse marche, come le carte UTA o DKV;
  • l’universale, come la Soldo Drive, ossia carte emesse da terzi, che non sono legate ad una marca particolare, il che permette di fare rifornimento ovunque.

Sono associate, poi, a queste carte, le app carburante, ossia delle applicazioni che permettono di pagare direttamente il fornitore compilando semplicemente i propri dati ed inserendo l’importo, usando semplicemente il proprio dispositivo.