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Crisi Grecia: storia e risvolti

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Sono passati più di dieci anni da quando scoppiò quella che tutti ricordano come la Crisi Grecia: se ne parlò tantissimo su tutti i media, ma non tutti hanno capito bene quale era (e qua è oggi) la situazione. Facciamo un breve riepilogo di quanto è accaduto: ecco la storia e i risvolti della crisi della Grecia.

Storia e risvolti della crisi Grecia: l’inizio e i primi aiuti internazionali

Tutto inizia con una conferenza stampa di George Papandreou: siamo nell’ottobre del 2009 quando il nuovo primo ministro svela che i bilanci che i governi che lo hanno preceduto hanno inviato all’Unione Europea erano stati modificati per consentire l’ingresso della Grecia nell’Eurozona. La reale situazione dei conti pubblici era molto peggiore rispetto a quella che era stata presentata, con il rapporto tra deficit e PIL che viene portato dal 3,7% al 12,7%. Ad aprile 2010 lo stesso Papandreu annuncia la richiesta del piano di salvataggio UE-FMI: l’Eurogruppo accorda un piano di assistenza da 45 miliardi di euro, ma nel corso degli anni i programmi varati saranno ben tre, per una somma che si aggira intorno ai 250 miliardi di euro.

La crisi Grecia ha effetti anche sui titoli bancari europei e la BCE è costretta ad intervenire con un programma di acquisto dei titoli di stato sul mercato secondario, in modo da poter tenere sotto controllo i movimenti degli spread. L’Unione Europea, captato il campanello di allarme decide di creare il fondo salva stati ESFS (440 miliardi di euro) per garantire maggiore stabilità all’eurozona e fornire aiuti ai paesi in difficoltà; nel 2013 il fondo viene sostituto dall’ESM, il meccanismo di gestione permanente delle crisi. Siamo a marzo del 2012 quando i ministri delle finanze dei vari stati membri approvano lo stanziamento di nuovi fondi per sostenere la Grecia: ricevendo i 130 miliardi (che poi diventano 145) il paese ellenico si impegna ad intensificare con le riforme il suo programma di aggiustamento.

Il disborso dei finanziamenti viene gestito dal Fondo di stabilità finanziaria; nel mentre la crisi del debito coinvolge altri Paesi dell’Unione (praticamente tutti, ad eccezione di Repubblica Ceca e Gran Bretagna), che cercano di metterci una pezza con il Fiscal Compact, ovvero il trattato sulla stabilità che elenca le regole sul principio di equilibrio del bilancio a ci tutti gli stati membri dovranno attenersi da quel momento in poi. L’intervento della BCE che afferma l’irreversibilità dell’euro e ribadisce la sua volontà di fare tutto il possibile contribuiscono ad allentare le tensioni sui mercati finanziari: siamo ad agosto del 2012 e gli investitori iniziano ad essere fiduciosi, convinti che la Banca Centrale continui a tenere nel lungo periodo un assetto espansivo della politica monetaria.

L’avvento di Tsipras, il referendum e la fine del commissariamento

Dopo un’altra dura fase di recessione, verso la fine del 2014 in Grecia ci sono le elezioni anticipate: vince il partito Syriza che fin da subito si mostra contrario alle politiche di austerità. Inevitabile lo scontro con i creditori, che minacciamo il nuovo primo ministro Alexis Tsipras di bloccare gli aiuti se la Grecia non accetterà le condizioni proposte. I tentativi di conciliazione falliscono miseramente e il 26 giugno Tsipras annuncia la rottura dei negoziati con la Troika (ovvero Commissione Europea, BCE e FMI, i rappresentanti dei creditori ufficiali): spetterà al popolo greco se accettare o meno le proposte di UE e FMI con un referendum; il 5 luglio i cittadini greci si esprimono: il 61% boccia la proposta della Troika, ma poco tempo dopo Tsipras, spaventato da un pericolo default sempre più concreto, è costretto a fare marcia indietro.

E così il 25 maggio del 2016 i ministri delle finanze dell’Eurozona accettano di sbloccare un ulteriore piano di prestiti per la Grecia con l’obiettivo di ridurre il debito del Paese, arrivato nel mentre al 180% del PIL. I creditori ufficiali avranno modo di ammettere (ovviamente senza sbilanciarsi troppo) di esserci andati un po’ troppo pesati con le richieste di aggiustamento; nel 2018 la Grecia mostra finalmente segnali di crescita e il 22 giugno viene stabilita la fine del commissariamento: dal 20 agosto la Grecia recupera la sua sovranità finanziaria, anche se continuamente monitorata dalle istituzione europee, ed avrà altri 10 anni di tempo per restituire quei 110 miliardi ottenuti dal fondo salva stati.